29 nov 2011

Estratti recensioni (lista nn completa ancora)


Estratti recensioni
Andrea Gimbo  per Teatroteatro.it
Davvero interessante lo spettacolo di Elena Arvigo, tratto dal testo di David Mamet…I due protagonisti sulla scena, mirabilmente interpretati dalla stessa Arvigo e da Andrea di Casa, riflettono le curvature di un sentimento amoroso che tende a distorcersi nello spazio, quasi che la distanza emotiva tra i due protagonisti renda impossibile una aderenza fisica e psicologica totale. Lo spazio dialettico frammentato, i continui cambi di velocità espressiva, la  tensione erotica che attraversa i due personaggi trova una perfetta realizzazione nelle capacità attoriali dei due protagonisti, sempre perfettamente equilibrati. A ciò si aggiunga l'importante lavoro svolto dal tandem registico, Elena Arvigo - Valentina Calvani.  
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Laura Belloni per Recensito 

Roma: in scena "Il bosco", un gioiello da vedere

“Un testo difficile da mettere in scena, ma Elena Arvigo e Andrea Di Casa ci riescono benissimo, grazie a una recitazione attenta, leggera, che tratteggia e non disegna, che sa calcare la mano solo quando strettamente necessario, che si lascia ammirare, che coinvolge e disturba, che lascia allo spettatore il piacevolissimo compito di riempire gli spazi bianchi del racconto. L’innocenza e lo stupore di Ruth, tutta la poesia di una bambina nel corpo di una adulta, la maschera di indifferenza di Nick, di uomo oggi rude e concreto ma che credeva alle storie quando era piccolo, tutta la combinazione di pesantezza e leggerezza rendono questo spettacolo un gioiello.
L’incontro fra grande autore e grandi interpreti, fra tecnica, dedizione e sentimento, in tempi come questi non può che commuovere: Elena Arvigo, Andrea Di Casa e Valentina Calvani portano in scena un regalo per tutti quelli che amano il teatro, assolutamente da vedere.
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Alessandra Bernocco per Europaquotidiano
Lei è lieve,accogliente,remissiva;lui è rude,diffidente.Lei è protesa,lui ritratto;
Sono Ruth e Nick, i due protagonisti del  bosco di David Mamet .Il finale è aperto, come in tutti i testi di Mamet, ma solo perché non c’è alcuna catarsi. Resta la rabbia generata da una benevolenza immeritata, da un’acquiescente e autopunitiva indolenza, che la Arvigo sa suscitare in modo irresistibile.Resta quel disarmante “vaffanculo”, pudico e pieno grazia, e il patetico richiamo di chi teme inutilmente un definitivo abbandono.
http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/130578/una_coppia_nel_bosco_di_mamet
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 Serena Lena per Saltinaria.it
Dopo il notevole successo riscosso nella scorsa stagione teatrale con la  struggente interpretazione in “4:48 Psychosis” di Sarah Kane, Elena Arvigo torna in scena al piccolo teatro d’avanguardia Argot, questa volta con l’aiuto alla regia di Valentina Calvani ed al suo fianco sul palcoscenico Andrea Di Casa.
Elena Arvigo ed Andrea Di Casa sono impeccabili ed assolutamente convincenti nella loro interpretazione: la prima è il vero fuoco della storia, parla e domanda e si interroga continuamente, riempie tutto lo spazio sonoro, sussurra e grida, si avvolge nelle coperte, canta, si veste e si spoglia; il secondo è immobile, ascolta (o forse nemmeno lo fa) ed asserisce, è succube, a riconferma della paura dell’uomo ad ogni tipo di cambiamento.
Uno spettacolo che emoziona e che fa riflettere. Da vedere.



Il Bosco è una storia semplice, è la storia d’amore moderna e antica. È la storia d’amore di sempre. Un bosco , una casa , un lago, un uomo e una donna che decidono di passare un fine settimana fuori  citta’ nella casa di lui. Il bosco è il  palcoscenico immaginario in cui Ruth e Nick proiettano i loro desideri e le loro paure, ogni cosa perde la sua quotidianità e si amplifica.

25 nov 2011

IL BOSCO





            IL Bosco    di David Mamet                 





Nick : Andrea Di Casa    
Ruth :  Elena Arvigo


Regia : Valentina Calvani, Elena Arvigo.

Nick


il Bosco

            IL Bosco    di David Mamet                 





Nick : Andrea Di Casa    
Ruth :  Elena Arvigo


Regia : Valentina Calvani, Elena Arvigo.


Scenografia : Elena Arvigo, Valentina Calvani 
Costruzione scenografia: Emanuele Silvestri
Costumi : Giuliana Minaldi
Forto di scena : Pino Le Pera
Disegno Luci : Andrea Basti
Tecnico Luci: Javier Delle Monache 
Grafica: Susanna Altea 
Ufficio Stampa : Fp Media Relation 
Produzione : SantaRitaTeatro (SRT) , M15.

ruth


Ruth : Il nostro corpo ci dice che abbiamo bisogno di certe cose . E tutte le cose vengono dalla terra.

24 nov 2011

Intervista Vox Roma





“Il Bosco” al Teatro Argot Studio
«Una semplice storia d’amore di sempre». L'intervista di Vox ad Elena Arvigo
di Giulia Agostinelli

Dopo averla vista sulle scene con il monologo “4.48 Psycosis” e sul grande schermo al fianco di Julia Roberts, nei panni dell’amica italiana che faceva scoprire tutti i piaceri della nostra tavola a Elizabeth Gilbert in “Mangia prega ama”, Elena Arvigo torna a teatro con “Il Bosco”.
«Una semplice storia d’amore di sempre», scritta da David Mamet e diretta dall’Arvigo e da Valentina Calvani, dal 26 ottobre al 6 novembre al Teatro Argot Studio.
In cosa è “semplice” l’amore di cui si parla in questo spettacolo?
Nel senso che è la cosa che fa più paura in assoluto e qui viene analizzato in maniera realistica. Mamet porta furoi dalla città quest’uomo e questa donna, mandandoli nella casa di lui in campagna vicino al bosco, perché “in città non ci si conosce veramente” . Nel bosco il quotidiano da spazio alla favola d’amore in cui tutti noi cadiamo,così come accade al principe e alla principessa. E’ un dialogo realistico che parla della paura d’amare che è più messa di più a nudo in un luogo in cui non c’è nulla, tant’è che all’inizio dello spettacolo siamo in scena nudi.
Va in scena un dialogo a due sull’amore.
Mamet è un maestro del dialogo ed è tutto giocato su un modo diverso di vedere le cose e l’universo maschile e quello femminile sono dei punti di vista dfferenti con tutte le difficoltà e le paure. E’ un testo che parla di un uomo moderno, ossia della sua paura di crescere, tipica della generazione di questi ultimi venti anni. E’ stato scritto negli anni settanta, però è moderno nel parlare di questa mancanza di responsabilità di essere solo figli e non uomni e donne. C’è un finale aperto che fa vedere la luce alla fine del tunnel, ma non è detto che si riesca a raggiunge questo per dire che l’amore rende le cose possibili, però sta agli idividui fare la sceta di stare insieme. Non è implicito amarsi e stare insieme. Ti giro la domanda che è lasciata aperta nelle note di regia di.
Arriveremo ad essere liberi e finalmente capaci di amare?
Dipende da noi: la luce alla fine del tunnel c’è, alzati e vai. C’è un punto in cui devi aver voglia di amare un uomo, però c’è anche un punto in cui una persona deve lasciarsi amare e in questo c’è una reposnsabilità individuale. La favola c’è, è sempre dietro l’angolo, la devi costruire tu.
Mamet dice che il teatro non deve e non può dare risposte, allora qual è il suo compito?
Mamet ne “I tre usi del coltello” dice: “recita bene o male ma sii onesto”. Essere onesto vuol dire mettersi in gioco, credo che valga per l’attore ma anche per qualsiasi altro mestiere. Per Mamet il teatro ha un compito sociale di tenere alta la vita, di amplificarla. Acnhe Sara Kein (n.d.r. l’autrice di “4.48 Psycosis”)diceva di non essere trasgressiva, ma di mettere in scena delle cose per non farle accadere nel reale. A questo punto metto una responsabilità che è anche sociale e il compito è quello di essere uno specchio della realtà in maniera onesta
Ne “Il Bosco” affianchi Valentina Calvani ne la regia, che sia una prova per fare uno spettacolo tutto diretto da te in futuro? Perché no. Credo sempre di più nel lavoro di gruppo, poi è molto difficle trovare l’equilibrio, sopratutto oggi che i registi sono pochi. Ho iniziato con Strehler e oggi non c’è più tanto la possibilità di fare regia. Strehler faceva proggetti lunghi, con produzioni immense. Io non sarò mai una regista, sono un’attrice con delle idee e in questo senso posso provare a mettere in scena delle cose. Fare il regista richiesta una conoscenza straordinaria, ma la regia nel senso sacro è rarissima e noi a volte siamo dei figli con qualche idea. Con un po’ di buona volontà e di umiltà ci si possa mettere insieme e cercare di raccontare.
Ti rivedremo in tv o al cinema?
Ho fatto “Il resturatore” per la tv, ma ho fatto delle scelte negli ultimi anni. Ho inziato con la Piovra e poi delle cose storiche, ma è diventato difficile fare tv senza connessioni, poilitche o altro, per cui la tv si auto elimina. Ho fatto cose più all’estero, qui è diventato più complicato; ci sono delle possibilità, però c’è poco lavoro. C’è poi un discorso sull’essere famosi. Il teatro fa meno notizia e chi l’ha dura la vince, nel senso che bisogna resistre a fare un mestiere, se non ne avessi la necessità, in questo Paese non c’è nessuno stimolo a farlo. Sono impegnata a fare delle cose belle e cercale di farle bene, e questo è un po’ fastidioso perché c’è un sistema fedautario. Ci sono direttori di teatro che sono anni che ci sono, a Barcellora lo scorso anno c’era un direttore che aveva 28 anni. Qui non succede e questo crea delle conseguenze. Questi sono momenti in cui dove bisogna rilanciare, se ne hai le possibilità di soldi e di energia.
Che mi racconti del set internazionale di “Mangia prega ama”?
Sono stata sette giornate insieme alla Roberts, lei è un pesonaggio meraviglioso la quintessenza del sogno americano. Per quanto uno fa l’attore impegnato, però c’è una parte di noi a cui piace andare a vedere Top gun o Pretty Woman. E’ come lavorare con Minnie, non è reale! E’ come improvvisamente vedere un mito.
Cosa hanno da insegnarci gli attori americani? Il rispetto per la categoria degli artisti e per il talento che è quello di un medico, di uno scienzato e di un attore. Qui non c’è questo, le fuge dei cervelli qui avvengono perché vengono tagliate le gambe ai talentuosi.
E noi cosa possiamo insegnargli?
La nostra creatività e la nostra improvvisazione. Loro vanno nel panico quando accade qualcosa d’improvviso, quindi siamo pià bravi in questo e nel far tesoro dei problemi e renderli poi virtù.

foto "prove" Exlavanderia (SantaMariadellaPieta')

                                                  
                                                            
Andrea Di Casa, Elena Arvigo, Valentina Calvani
Foto -il bosco-prove- Slide-immagini il bosco-Wordpress-





























                                    Foto scatatte durante le prove da Daniele Tammurello @
                                              Exlavanderia (SantaMariadellaPieta')


                                  

Musiche spettacolo

  1. The Book of love
  2. Lullaby Yiddisch
  3. I want you 
  4. Stand By me 

                                        

                                        


            
                                                                                                     





Presentazione Repubblica r.d.g.


"Una Fiaba d 'amore ".
Presentazioe "Il Bosco" Repubblica r.d.g.


23 nov 2011

Il Bosco- primo quadro-


Il Bosco di David Mamet
(Elena Arvigo, Andrea Di Casa )



Il Bosco di David Mamet
(Elena Arvigo, Andrea Di Casa)


                                                   "The Woods "

Ruth:  C'erano dei gabbiani lassu' e ce n' era uno che stava     
           sempre  per conto suo. 
           Gli altri non li voleva . Arrivavano e lui li cacciava  
           via con un colpo d'ala.
           Poi ne e' arrivato uno e ha lasciato che si 
           avvicinasse.
Nick : Raccontami.
Ruth:  Sono volati via .


The Book of love (Peter Gabriel)

22 nov 2011

Bio David Mamet


David Alan Mamet è nato il 30 novembre 1947 a Flossmor, periferia di Chicago, da una famiglia ebrea di origine polacca.
Il padre era un avvocato . Mamet trascorreva i pomeriggi nell’ufficio del padre facendo per lui telefonate e scrivendo lettere alla macchina da scrivere. La pressione, prima, e il divorzio dei genitori poi, non resero la sua un’infanzia serena. Molto legato alla sorella Lynn (ora sceneggiatrice), condivise con lei anche il difficile periodo del secondo matrimonio della madre con un uomo irascibile e violento.
Nella metà degli anni sessanta, dopo il diploma Mamet se ne va di casa e vive facendo i mestieri più disparati: l’operaio, il cameriere, il tassista, l’agente immobiliare. Ha modo di conoscere gli ambienti più malfamati di Chicago, e farà tesoro di queste esperienze per la sua futura produzione artistica.Dopo aver studiato letteratura e teatro al Goddard College nel Vermont si trasferisce a New York: qui studia alla Neighborhood Playhouse School of Theatre di Sanford Meisner, il cui metodo drammaturgico ispirato da Stanislavsji lo influenza profondamente.
Nel 1971 torna al Goddard Collage come artist-in-residence in drama: qui fonda con William H. Macy e Steven Schachter la St. Nicholas Theatre Company, con cui produce le prime versioni di Duck Variations e Sexual Perversity in Chicago. In questo periodo, infatti, inizia a scrivere drammi per gli studenti di recitazione, per evitare così di pagare i costosi diritti d’autore di opere famose.
Del 1977 è il primo successo a Broadway con American Buffalo, che ottiene l’attenzione della critica a livello nazionale. Dopo i consensi per The woods e Edmond, nel 1984, Mamet ottiene il suo primo grande riconoscimento vincendo il Premio Pulitzer per Glengarry Glen Ross, che conquista anche un Drama Critics’Award e quattro nomination per il Tony Award.
Raggiunta la notorietà a teatro, nel 1981 Mamet debutta con successo al cinema come sceneggiatore con il remake de Il postino suona sempre due volte, tratto dall’opera di James M. Cain, diretto da Bob Rafelson e interpretato da Jack Nicholson e Jessica Lange. Nel 1982 la sceneggiatura del film Il verdetto riceve una nomination dell’Oscar.
Nel 1985 fonda con William Macy l’Atlantic Theatre Company a New York, dove continua il suo lavoro di drammaturgo.
Nel 1987 scrive la sceneggiatura de Gli intoccabili di Brian De Palma e del il suo primo film da regista La casa dei giochi, protagonisti la moglie Lindsay Crouse e Joe Mantengna.
Nel 1988 debutta a Broadway con grande clamore (la parte da protagonista era affidata alla pop star Madonna) Speed-the-Plow, nominato a due Tony Award. Dopo il fallimento del primo matrimonio, nel 1991 sposa l’attrice Rebecca Pidgeon per cui, nel 1992, scrive uno dei suoi drammi più controversi: Oleanna. Nel 1993 Harold Pinter dirige Oleanna al Royal Court Theatre di Londra.
Nel 1994 Gregory Mosher, amico di Mamet e regista di molte sue opere, mette in scena The Cryptogram. Nel 1999 è lo stesso Mamet a dirigere Boston Marriage all’ American Repertory Theatre di Cambridge, Massachusettes.
Il 27 gennaio 2003 Mamet è stato inserito nel Theatre Hall of Fame.
Nella sua lunga carriera mamet ha pubblicato numerosi saggi, drammi, romanzi, poesie; ha insegnato teatro alla Drama School di Yale e alla New York University. Ora vive con la moglie e i figli tra il Vermont e Cambridge, e continua incessantemente la sua attività di scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, e regista.